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Il vomito

di Gianni Pisani
Donazione della moglie dell’artista Marianna Troise

2000, gessetti e acquerello su carta intelata,
186×365 cm,
inv. Q 1939

Il dipinto va ad aggiungersi ad un’altra opera di Pisani già presente nella collezione contemporanea del museo, Il letto, del 1963.

Il vomito, su carta intelata, è realizzata a carboncino, steso con le dita quasi a graffiare il supporto e mescolato con altri pigmenti colorati.

L’opera, del 2000, testimonia un momento particolare della vita di Pisani, che concludeva un lungo periodo nel quale aveva diretto l’Accademia di Belle Arti di Napoli ed esprime la sua disillusione per gli esiti del suo impegno per l’istituzione e per la città.

Nel corso della sua vicenda d’artista Pisani ha sempre dichiarato la sua fedeltà alla pittura, pur avendo attraversato altri territori creativi come la performance e sperimentato la tridimensionalità, per esempio nel Letto e nella fusione in bronzo che presentò alla Biennale di Venezia del 1995 – curata da Jean Clair – che lo rappresentava riverso davanti al suo cavalletto con la pistola alla tempia e il coltello nella schiena.

A conferma di questa vena narrativa e autobiografica ne Il Vomito si intravede il volto dell’artista, con i denti scoperti e gli occhi rabbiosi, mentre le colature diffuse sulla superficie dei due pannelli sono quelle dell’acqua che scorreva dal soffitto del suo studio all’Accademia, lasciato all’abbandono e all’incuria. Le gambe raffigurate sulla destra sono forse già il passo di chi si allontana da un luogo amato, da cui è necessario distaccarsi.

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