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Mano della scultura di Carlo V

Vincenzo Gemito/Enrico Pennino
Donazione Maria Raffaella Pennino

1885 circa, gesso,
27 cm ca.
inv. OA 8987

La mano della scultura di Carlo V, realizzata da Vincenzo Gemito e donata dalla signora Raffaella Pennino, ha alle spalle una vicenda controversa, alla cui ricostruzione storica il Museo e Real Bosco di Capodimonte è fortemente interessato.

 

Alla base della vicenda, che porta a modificare la mano della statua di Carlo V eseguita da Gemito per la facciata di Palazzo Reale di Napoli e commissionata da Umberto I nel 1885 in marmo di Carrara di prima qualità, vi è il difficile rapporto con il marmo, a cui lo scultore preferiva la terracotta e altre materie plasmabili e meno rigide.

 

Enrico Pennino ha il compito di tradurre in marmo il modello in gesso di Gemito, la statua è in gran parte realizzata quando emerge che la posizione della mano della figura ideata da Gemito non può essere rispettata a causa della ridotta profondità consentita dal blocco di marmo utilizzato.

L’unica soluzione possibile sembra quella di variare il gesto di Carlo V, rivolgendo la mano destra maggiormente verso il basso.

 

Gemito soffre di crisi depressive che interrompono la lavorazione e poco dopo viene ricoverato nella clinica di Fleurent ai Ponti Rossi, si rifiuta di eseguire la modifica e disconosce la scultura perché non rispetta il modello originale.

 

L’opera ideata da Gemito viene dunque modificata da Enrico Pennino che scolpisce egli stesso una nuova mano.

La mano in gesso originaria rappresenta dunque un valido strumento di conoscenza e approfondimento per il Museo e Real Bosco di Capodimonte che conserva nelle collezioni anche un bozzetto in bronzo della stessa scultura e il modello in gesso (in temporaneo deposito dall’Accademia di Belle Arti di Napoli).

 

Per  info:  gemito-dalla-scultura-al-disegno/

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