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Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica. Una mostra in cui si respira la vita…

Tutta l’anima festosa di una Napoli raccontata in un’unica, grande, meravigliosa mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, visitabile fino al 10 ottobre 2021, nelle toccanti parole di Giovanna Tinaro – Archivio Storico e Museo della Fondazione Teatro di San Carlo.

 

Una mostra in cui si respira la vita…

 

«La musica è il trionfo dei napoletani. Pare che il timpano dell’orecchio in questo paese sia più fine, più forte, più armonico e sonoro che in tutto il resto d’Europa.

Tutta la gente canta.

Ogni gesto, ogn’inflessione di voce degli abitanti, e anche il modo di scandire le sillabe, nel parlare, effonde l’armonia e la musica».

(Joseph-Jérôme Lefrançais de Lalande, Voyage d’un François en Italie – 1765-1766)

 

Tutta l’anima festosa di una Napoli raccontata in un’unica, grande, meravigliosa mostra realizzata al Museo e Real Bosco di Capodimonte

Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica è il titolo di questa esposizione – curata e ideata dal Direttore Sylvain Bellenger – che unisce in una sintesi felice le molteplici forme espressive che prendono vita in un percorso emozionante, incentrato su un concetto di “napoletanità” che ha fatto scuola nel mondo: arte, musica, bellezza, tecnica, creatività e visione, sono denominatori comuni di un’identità che è profondamente radicata nella storia delle due istituzioni, quella del Museo di Capodimonte e quella del Teatro di San Carlo, che passa attraverso l’ampio palcoscenico della memoria.

 

La mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica

 

La magia di questa sontuosa “Festa Teatrale” accoglie il visitatore, riempie di meraviglia il suo sguardo, mentre percorre le sale abitate dai costumi, dalle porcellane, da un insieme di oggetti e di suoni che si animano, raccontano storie, scene di vita passata, attraverso cui rileggere il presente.

E Napoli è il magico luogo della messa in scena, dove tutto prende i colori di un’azione teatrale: le sale delineano l’intimità poetica del racconto popolare, interni pervasi di una luce intrisa di verità e suggestione. Sale della cultura, dell’arte, della musica. Luoghi della vita, della realtà, della gente che quotidianamente li attraversa. 

Perché lo spazio del museo è uno spazio vivo, come il teatro: i costumi di scena raccontano un San Carlo animato dalle sue tante vocazioni artistiche, cuore pulsante di una tradizione che ancora vive nelle arti e nei mestieri dello spettacolo, nella costruzione delle scene, nella creazione dei costumi, nella tecnica sartoriale, nel trucco e parrucco, nelle mani sapienti dei suoi “artigiani”, delle maestranze tecniche, che, insieme alle maestranze artistiche, lavorano per fabbricare quella grande illusione che è il teatro.

 

Uno stupore che viene da lontano

 

Il primo atto di questa bellissima storia è proprio il Settecento: secolo che ha dato vita ai capolavori di Pergolesi, Mozart, Jommelli, Sarro, Tritto, Cimarosa, Paisiello, che popolano di suoni e di scene le sale del Museo, creando una mescolanza perfetta con le sue collezioni e infondendo ad esse un respiro di vita che non appartiene solo al tempo che lo ha generato ma vive nella contemporaneità del nostro tempo e nel respiro “lirico” di questa mostra.

 

Il patrimonio dei costumi di scena del San Carlo, in parte “esposto” al Museo e Real Bosco di Capodimonte, appartiene ad un repertorio di allestimenti legato a titoli della tradizione operistica del Settecento, rappresentati con la direzione artistica di Roberto De Simone, che ne firma la regia. Iconica e magnificente, la sua “Festa Teatrale” pensata per i 250 anni dalla Fondazione del Teatro: il 4 novembre 1987.

 

1987, Festa Teatrale, Teatro San Carlo – regia Roberto De Simone, ph. L. Romano
La mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica

 

La gigantesca figura di Maria Carolina che campeggia all’ingresso della mostra ne restituisce immediatamente la memoria, sottolineando anche l’importanza e il significato di un omaggio ad una scuola musicale, di cui De Simone è stato grande ed indiscusso Maestro: la musica e più in particolare un genere, uno stile, un gusto, partecipano alla sontuosa festa delle arti. E a dare il benvenuto al Teatro e ai suoi protagonisti, ospiti privilegiati nella sua dimora reale, è la Regina.

In questo spazio di musica e di vita, centro propulsore dell’attività artistica ed intellettuale della sua città, il San Carlo segna il passo di una sperimentazione continua, che porta ai vertici dell’innovazione l’antica sapienza artigiana, nel segno di una costruzione che vive del fare bottega, proprio come nel Settecento, il secolo d’oro della “Scuola Napoletana”, il tempo in cui tutto ha inizio. 

 

Tradizione e innovazione cucite insieme nella lunga storia del Lirico napoletano, in un artigianato artistico che fa della Sartoria del San Carlo un’eccellenza internazionale per la realizzazione dei costumi teatrali. La sapienza e la preminenza della sartoria napoletana è nota in tutto il mondo ed è proprio questa che fa dei sarti che vi lavorano dei veri e propri maestri del costume. Una conoscenza del “mestiere” che trova nella manualità un punto di forza straordinario, che nel tempo si è consolidato con la conoscenza e si è tramandato di generazione in generazione con l’abilità e l’esperienza, sia nel cucito che nell’elaborazione, che consiste nel dipingere i costumi e nel trasformare tessuti e accessori.

 

Giovan Battista Pergolesi, Pergolesi in Olimpiade – Inaugurazione Stagione d’Opera 2011 del Teatro San Carlo – regia Roberto De Simone – costumi Odette Nicoletti

 

1993, L’Idolo Cinese di Giovanni Paisiello, regia di Roberto De Simone, scene e costumi Emanuele Luzzati, ph. L. Romano

 

Diretta da Giusi Giustino dal 1990, la sartoria ha una dotazione ricchissima di costumi, stimati nell’ordine delle migliaia: già nel 2012 la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania ne aveva censiti circa 6.000, conservati nei depositi del complesso di Vigliena – l’ex fabbrica della Cirio, ora sede dei Laboratori di Scenografia e Falegnameria del San Carlo – alcuni dei quali firmati da grandi figurinisti come Emanuele Luzzati e Odette Nicoletti, tra i protagonisti di questa tradizione e di questa mostra, curata per la parte dei costumi proprio da Giusi Giustino.

I costumi più antichi della collezione del “MEMUS”, il museo del Teatro, risalgono agli anni Sessanta del Novecento e sono stati annoverati tra i beni culturali dell’Archivio Storico del San Carlo, riconosciuto nel 2012 di “interesse culturale particolarmente importante”, alcuni dei quali sono esposti proprio a Capodimonte, in Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica.

 

Figurini dei costumi di Odette Nicoletti per lo Stabat Mater, 1985, Archivio Storico e Museo della Fondazione Teatro di San Carlo
1986, Stabat Mater di Roberto De Simone al Teatro San Carlo, ph. L. Romano
La mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica

 

Nella sartoria del Teatro è inoltre custodita la ricca serie di Bozzetti di Scena e Figurini di Costumi che conserva circa 6.000 pezzi, un prezioso fondo iconografico valorizzato grazie ad importanti interventi di recupero, tutela e digitalizzazione del patrimonio, avviati nel 2012, quando l’Archivio Storico del San Carlo è stato costituito.

Ecco alcuni dei figurini del nostro Archivio Storico firmati da Luca Crippa per l’edizione de L’Idolo cinese di Paisiello al San Carlo, per i costumi che ritroviamo nella Sala delle Chinoiseries.

 

Figurini firmati da Luca Crippa per l’edizione de L’Idolo cinese di Paisiello al San Carlo, Archivio Storico e Museo della Fondazione Teatro di San Carlo
La mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica


Questa mostra rappresenta un progetto di valorizzazione concreto e molto significativo, che restituisce alla sua comunità valori importantissimi, soprattutto in questo tempo così difficile a causa dell’emergenza che stiamo vivendo.

Un progetto che, più che un’esposizione, significava un vero “concerto di idee”.

Per me, che mi occupo da anni di progetti di valorizzazione del patrimonio storico e artistico del San Carlo, è stata una grande occasione di crescita umana e professionale, perché mi ha ricordato la ragione alla base di una scelta di vita: quella di lavorare al San Carlo, certo, ma soprattutto quella di voler restare nella mia terra, nella mia regione, per poter costruire qui il mio presente e sperare in un futuro in cui la consapevolezza della ricchezza del nostro patrimonio si rifletta soprattutto nella capacità di produrre valore, un valore che è prima di tutto umano, un capitale di cui questa terra è abbondantemente dotata.

E proprio grazie a questa collaborazione tra due istituzioni che da sempre sono legate per storia e tradizione, siamo riusciti a condividere intenti e competenze, con una squadra incredibile, quella del museo di Capodimonte e con il suo direttore visionario, partecipando così alla realizzazione di un sogno.

Giovanna Tinaro – Archivio Storico e Museo della Fondazione Teatro di San Carlo

 

La mostra è visitabile fino al 10 ottobre 2021 e il venerdì sera costa soltanto 2 euro.

Scopri la mostra 

È possibile accedere ai contenuti musicali attraverso l’app scaricabile e utilizzabile anche lontano dal museo.

 

Di seguito i link di accesso:

Playstore:

https://play.google.com/store/apps/details?id=it.coopcultureitalia.app.capodimonte&hl=it

Appstore:

https://apps.apple.com/us/app/capodimonte/id1524460860

 

 

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